giovedì 7 maggio 2015

Le letture de la effe #3: Gli anni al contrario

 
Sono nata alla fine degli anni Settanta, nel 1978 per la precisione, come la scrittrice Nadia Terranova, come Mara, la figlia dei protagonisti del suo romanzo Gli anni al contrario
Sono stati anni intensi, in cui l'impegno politico era sentito, in cui i giovani incarnavano degli ideali e lottavano per essi, per un mondo diverso, per una società migliore. Manifestazioni, collettivi, assemblee, gruppi di studio, fucine del cambiamento. 
Anni bui, gli anni di piombo, anni in cui il disagio sociale e politico sfociò in violente contestazioni, portate fino alle estreme conseguenze delle stragi e del terrorismo. Inevitabilmente.


Aurora e Giovanni, ventenni, si incontrano nella torrida estate del '77, a Messina, città in cui vivono e studiano. Lei è figlia del fascistissimo, lui di un avvocato membro del Partito Comunista, entrambe iscritti al corso di laurea in Filosofia. Aurora è una brillante studentessa, Giovanni è in ritardo con gli esami, lei in cerca di emancipazione dalla famiglia di destra e da un'educazione opprimente, lui in disaccordo con le idee del padre e del partito, vicino agli ambienti dell'estrema sinistra.
Due anime diverse che si incrociano e si innamorano. Inevitabilmente.
Aurora è concreta e determinata, frequenta un gruppo femminista, legge e studia con passione. Giovanni è inquieto e fragile. Lei vorrebbe un futuro da ricercatrice, lui essere in prima linea nella lotta politica, anche compiendo gesti estremi, andando fino in fondo, proprio adesso che non si va da nessuna parte
Prima ancora di rendersene conto, si ritrovano in attesa di un figlio, che avrebbe dato a entrambi la forza di cambiare il mondo, e si lanciano fiduciosi nel loro futuro. Si circondano di amici con i quali discutere fino a notte fonda nella loro piccola casa, continuano a studiare per laurearsi e trovare l'indipendenza economica. 
Mentre Aurora si confronta col suo nuovo ruolo di moglie e futura madre, si scontra con le responsabilità e la necessità di accantonare le proprie aspettative per un lavoro che mantenga la famiglia, Giovanni avverte forte l'insofferenza di non partecipare attivamente alla lotta armata, che neanche la nascita della figlia riesce a placare. Scelte avventate, errori, insicurezza, angoscia e fragilità. Lo sbandamento esistenziale cattura Giovanni, che troverà rifugio nell'alcool e nelle droghe e cadrà in una spirale dolorosa che lo porterà ad annientarsi e a distruggere quanto di più caro possa avere, mentre Aurora si stringe alla piccola Mara e cerca di proteggerla dall'instabilità familiare.
Una giovane coppia, un destino inevitabile.

Anche i miei genitori si sono conosciuti all'università. Giovani, belli, brillanti e promettenti, volevano cambiare il mondo, ma hanno fatto un percorso diverso. Hanno costruito una famiglia solida per resistere alle difficoltà e hanno contribuito a migliorare la società e il mondo in cui vivevano attraverso il lavoro, l'impegno e la coerenza nelle scelte, trasformando gli ideali in cui credevano nella loro vita quotidiana.
Ma l'inevitabile è sempre dietro l'angolo...

10 commenti:

  1. Ma tu li ricordi i telegiornali di quegli anni? Gli scontri politici, i rapimenti, gli scioperi, le guerriglie urbane, gli omicidi...da allora mi è rimasta dentro la sensazione di non poter essere mai al sicuro...in effetti anche oggi cambiano le spinte motivazionali ma la violenza è sempre quella

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    1. Alcune cose si, ma non ricordo la tensione di quel periodo.
      Anche oggi c'è tanta violenza, ma non so più quali siano gli ideali.

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  2. Sono stata una lettrice indefessa da adolescente, purtroppo da quando sono mamma no ci riesco più. Tu come fai? Svelami il tuo segreto

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    1. In realtà leggo poco. In estate soprattutto, ma quando trovo un libro che mi piace lo divoro, trascurando altre attività tipo social e blogging. Questo l'ho letto parecchie settimane fa e soltanto ora sono riuscita a tirar fuori le riflessioni che mi ha suscitato. Oggi scelgo un altro libro e spero di tuffarmici. Magari quando le sorelle veleno saranno cresciute un po' sarà più facile trovare il tempo (tipo mentre si aspetta davanti a una palestra ;-))

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  3. Sai che mi sembra di aver letto questo libro , è un po' come il vissuto che si è trascorso anche per me..ma non lo ricordo così bene...e ricordo ancora meno cosa realmente la mia famiglia abbia costruito, ma chiamarla famiglia mi sembra eccessivo dico la verità..
    A pensarci bene molto poco per gli altri, forse qualcosa in più per loro stessi...
    Ti stringo forte mia cara!

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    1. Impariamo a capire le famiglie da grandi quando il segno è stato lasciato, ma per fortuna siamo vite autonome.
      un abbraccio

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  4. Ne sto sentendo parlare così tanto che penso proprio che sarà fra le mie prossime letture! Sono troppo incuriosita :D

    Buona domenica

    Giulia ☀
    PolaroidLover

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    1. Allora buona lettura! Poi fammi sapere che ne pensi. Grazie per essere passata di qua :-)

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