Ecco la prima ricetta della nuova rubrica, nata nella mente de la effe una sera, alle prese coi fornelli per la cena, evocata da un profumo magico e presentata in un piccolo post qualche giorno fa.
C'è una ricetta cui la effe è profondamente legata, quella che le ricorda gesti semplici e precisi, mani anziane e segnate dal tempo e dal lavoro, mani che per lei sono state piene di affetto, vecchie pentole di alluminio deformate, una casa con i centrini sotto i vasi e un odore indimenticabile nei cassetti.
E' la ricetta degli spaghetti al tonno di nonno Giovannino.
Una preparazione fatta con sacralità, nelle fasi e nella scelta degli ingredienti, pochi e insostituibili, semplici e forse in apparenza poveri.
Una ricetta che non concede variazioni sul tema, neanche se la si sta preparando nella savana della Namibia, sotto un'acacia a ombrello, su un fornellino da campo.
Una ricetta che evoca sicurezza e cura, amore e dedizione, che la effe riserva ai momenti in cui ha bisogno di coccolarsi e di sentirsi protetta.
E' il profumo del burro che abbraccia le cipolle a sembrare una carezza affettuosa, poi arrivano i capperi, piccoli e tondi, che danno brio col tocco d'aceto e, infine, il tonno, appena il tempo di scaldarsi e amalgamarsi al resto.
Gli spaghetti devono essere al dente e vanno fatti saltare col condimento e un po' d'acqua di cottura, perché non risulti secco, mentre il pepe nero, macinato al momento, regala un tocco esotico.
E così si può tuffare nei ricordi d'infanzia, ritrovare il sorriso misurato e gli occhi azzurri del nonno, la sua voce e i suoi racconti, una vita vissuta tra la guerra e le difficoltà, e una dolcezza un po' ruvida, tirata fuori soltanto per lei.
Questi profumi e questi sapori le regalano la certezza che, anche dopo una lunga giornata, c'è una sfera di serenità e sicurezza che riesce ad avvolgerla e a darle conforto.