mercoledì 15 luglio 2015

Il palo

Qualche giorno fa, la effe tornava da una dura giornata di lavoro, sotto il sole, a prendersi cura di un giardino "strappando" erbacce, con la schiena curva e il sudore che gronda, le mani nella terra e la polvere in faccia.
Era con due colleghe, erano stanche, un po' rotte, ma felici e soddisfatte del lavoro fatto.
La macchina, non guidava lei, andava un po' allegra, la strada in discesa nascondeva l'insidia di una curva e della sabbia sulla carreggiata ha reso la frenata vana...
... e così, le tre biologhe prestate alla campagna hanno fatto un testacoda e sono state un po' sbatacchiate, mentre il palo del limite dei 50 km/h arrestava la loro corsa che, altrimenti, avrebbe continuato su un albero o eventualmente in un piccolo fosso nel bosco.
Da dire che quello è il bosco in cui la effe ha mosso i primi passi da botanica, durante la tesi di laurea.
Da dire che, quando è scesa dalla macchina tutta intera e senza un graffio, insieme alle colleghe tutte sane, è stato come muovere dei nuovi primi passi, come se avesse fatto un viaggio nel tempo e intorno alla sua vita, tutto nel giro di pochi istanti e qualche metro.
I primi gesti sono stati molto razionali, forse troppo, portare in salvo le borse con computer, soldi, documenti e chiavi... se la macchina perde benzina e poi va a fuoco? controllare che non ci fossero perdite di carburante... se poi va a fuoco? valutare lo stato generale del veicolo, che sembrava assai mal messo, più di quanto in realtà non fosse.
Telefonata per farsi venire a recuperare, telefonate per avvisare dell'accaduto e del ritardo.
Piazzato il triangolo, hanno cercato di ricostruire la dinamica, segni, tracce, traiettoria... un C.S.I. improvvisato per realizzare, metabolizzare, superare lo shock.
Battute, risate un po' tirate, un cabaret per sdrammatizzare, giusto il tempo per rendersi conto del pericolo scampato.
Sono state recuperate e rimesse su strada.
Tornare verso casa, parlare ancora, voler stringere i bambini che ancora sono al mare, pensare... che la vita ha l'interruttore ON/OFF, che è orribile ma è così, che non è il primo incidente, ma è il primo da quando è madre e questo gli ha dato un sapore diverso, che è stato come nei sogni, quando cadi dall'alto, ti schianti al suolo, sussulti nel letto e ti risvegli, perché è un sogno.
E ora? In fondo non è accaduto niente, la vita continua, eppure... ha un altro respiro, la vita chiede di essere celebrata e ascoltata. 
La vita le dice Beh! Allora? Che ne farai di me? Tu che volevi cambiarmi, che aspetti?  
La effe sa bene che non è facile cambiare dall'oggi al domani, ma anche che non sempre c'è un domani o il palo del limite dei 50 km/h.

4 commenti:

  1. Mannaggia, che brutta disavventura!!! Rimettetevi, soprattutto dallo spavento!

    Maira

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    1. Grazie! Ora va meglio ma l'evento ha scatenato mille pensieri... vedremo dove mi porteranno.
      Baci

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  2. L'importante è che non vi siate fatte niente
    un abbraccio
    Patricia Moll scollegata da pc e capoccia ahah che caldo!!!!!

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