sabato 25 ottobre 2014

Coming out

"Beh, che si dice?"

"La solita vita... anzi no, in realtà una novità c'è. Ho un blog, scrivo, io scrivo di notte"
...

"No, sai. C'è una cosa che vorrei dirti. Da qualche mese ho aperto un blog e scrivo. Cose così, un po' di me, di quello che accade..."

".?."

"Se mi vedi lì al computer, non sto facendo cose misteriose, sto scrivendo"
...

"Non prendetela a male se sono un po' distante, ho una nuova attività, un nuovo interesse. Ho aperto un blog e scrivo".
Brandelli di conversazioni che immagino di avere, confessioni che penso di fare, momenti che vorrei vivere.
Sì, perché, al di là di poche persone, e neanche tutte quelle più vicine, nessuno sa del blog, del sogno tanto accarezzato e realizzato in una notte di follia, come regalo di compleanno.
All'inizio non lo ho detto di proposito, lo ho tenuto per me, perché era una cosa intima, un fiore appena sbocciato. 
Poi, col tempo, ho cominciato a sentire il desiderio di raccontarlo, di dirlo. Ci tengo al blog, è la mia creatura, è importante, fa parte di me, ma non mi viene naturale parlarne, mi sembra sempre di fare una rivelazione inconfessabile, come se mi dovessi vergognare. Non tanto di ciò che scrivo e di come lo faccio, piuttosto del fatto in sé, di scrivere. E di aver deciso di farlo in un blog.
Non temo il giudizio degli altri, non voglio a tutti i costi che leggano i miei pensieri e le mie storie, eppure non riesco a parlarne, perché?
Perché è più semplice rivelarsi a chi non si conosce.
Perché quella più incredula sono io.
Sono io quella che la considera un'assurdità, una follia, quella che non ci crede ancora di essersi messa a scrivere.
Sono io quella che in fondo pensa di essere un po' matta, che tanto dove devi andare, con quattro righe senza senso buttate lì.
Il giudice più severo resto io.
Ma la effe continua a scrivere...

8 commenti:

  1. Effe, ci ho messo un po' prima di rispondere, perché non mi sono mai trovata nella tua condizione d'animo. Ho riflettuto e alla fine credo che se senti questo desiderio, dovresti assecondarlo. Con le persone giuste ed al momento giusto, certo, ma perché mai dovresti vergognartene?! E' una cosa bella che tu voglia condividere non solo i tuoi pensieri, ma metterci anche la faccia...io ad esempio non so se riuscirei a mantenere la mia spontaneità e la voglia di raccontare anche i dettagli della nostra vita. Ci vuole tanto coraggio, forse troppo per me.
    Ti abbraccio e spero di leggere presto un post in cui racconti quanto è stato emozionante confessare l'appartenenza di questo luogo così bello nella rete!

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  2. Il mio blog è invece super pubblico e super pubblicizzato ( da me naturalmente). Il che mi dà discrete soddisfazione, soprattutto quando scopro di essere letta anche da amici di amici di amici, che quando mi incontrano dal vivo mi dicono:"Bel blog!" E io mi godo il mio istante di semi popolarità. Inutile dire che la contropartita è l'autocensura, soprattutto quando di tratta della suocera, che mi segue per sapere tutti i fatti miei...

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  3. Bella la mia Fenice con il suo meraviglioso blog, scritto così con la caratteristica più difficile: la naturalezza, non facile a trovarsi di questi giorni!!!
    Ti stringo forte!

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  4. Amiche mie, in effetti non so perché la vivo così, non c'è nulla di strano a scrivere un blog. La Ma lo sa, il Marito anche, l'ho detto ad alcuni amici cari e comunque scriverei le stesse cose, senza lasciarmi influenzare, in fondo ciò che scrivo è quello che può venire fuori, essere letto da chiunque, il resto rimane lì dove è.
    Eppure, non lo dico con facilità, al lavoro non lo sa nessuno (anche persone vicine) e ho preferito mantenere un alone di riservatezza. Però, col tempo, sto diventando più "sfacciata"...

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  5. La sensazione del "ma dove devi andare, con quattro righe senza senso buttate lì" la comprendo molto molto bene. E' un pensiero che mi prende ogni due giorni circa. Ma sai cosa ti dico? Chisseneimporta. Tu scrivi!

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    1. Anche tu!
      Leggerti è un piacere e manchi da un po'.
      A presto

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  6. Come me agli inizi. Decine di blog segreti che più segreti non si può.
    Poi il salto con questo L'inquilina.
    E' divertente lo stesso, ma innegabile: da lì in poi, ci si deve limitare parecchio.

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    1. Beh! Se si vuole scrivere male della suocera, della vicina casa o dei colleghi... meglio l'anonimato, per il resto... meglio parlare... verba volant... ;)

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