sabato 26 luglio 2014

5 giorni da brivido

La vita de la effe, ogni tanto, assomiglia al "bruco mela", un mini rollercoaster per bambinetti, in voga quando era piccola e che le faceva venire i capelli dritti e la faccia verde, altre volte sembra la ruota panoramica, altre ancora la gita in barca a remi sul lago.
Gli ultimi cinque giorni sono stati così, un giro sulle montagne russe, che ancora la nausea non le è passata.
Lunedì, dopo una mattinata impegnativa al lavoro, un immondo panino trangugiato in piedi, una rapida ed efficace spesa per comperare gli ingredienti per la torta di compleanno del marito, una passeggiata fitness con amiche e marmocchi lamentosi annessi (che da trovata strafiga è diventata drammatica anche a causa di un improvviso acquazzone), la effe ha cominciato a stare male, a sentire una sgradevole pesantezza di stomaco, ad accasciarsi qui e lì, a non sentire più i discorsi, fino a infilare la testa nel bagno dell'amica e a lasciarci tutto il panino, sempre più immondo. A sera, si è schiantata nel letto, dopo un passaggio in bagno per sopraggiunto terremoto intestinale. Blocco della digestione, virus lampo, alieni? Nin zò.

Martedì, la matta, spezzata e dolorante, ma ligia al dovere e confidente in una ripresa, ha affrontato un'uscita in campo per lavoro, con annesso quasi svenimento, smarrimento nel bosco, incontro col lupo cattivo, ecc., ecc.. A sera, è tramortita sul letto con un'emicrania latente che non è sparita prima dell'indomani.

Mercoledì, gran giorno di proclamazione dei festeggiamenti per il compleanno reale del marito, era una pezza ma doveva preparare almeno la torta, suo unico compito dato che al resto stavano provvedendo la regina Madre e la fantastica zietta. 
Mercoledì, anche vigilia della partenza della Nina per le vacanze scout.
Prima di andare al lavoro, la effe ha prodotto due fantastiche creme, ha messo in ordine la casa che sembrava devastata, ha organizzato l'occorrente per la lupetta, si è data una sistemata e ha chiuso la porta dietro sé pensando di tornare presto e di avere tutto il tempo per finire. E lì sbagliava... 
Al ritorno, messa in forno la sfoglia per la torta, mentre cercava ciotole e ciotoline per la festa, aiutava la Nina con la collezione di conchiglie da allestire, sistemava di nuovo il caos casalingo, tutto in gran silenzio per non svegliare il marito e il piccoletto, squilla il telefono. La regina Madre, a pranzo, aveva notato un animaletto sulla testa della Nina "L'ho messo in un fazzoletto di carta, sul davanzale della finestra, ma sai, a me sembra proprio un pidocchio...".
Da regina delle torte e party-organizer, la effe si è trasformata in unità anti-crisi per epidemie e ha cominciato la bonifica ambientale e umana, allestendo un presidio anti-pidocchio. Trattamenti, tagli di capelli post-moderni, pettinino stretto, lavatrici a ciclo continuo, si sono susseguiti a ritmo serrato, mentre venivano effettuate numerose telefonate, per avvertire tutti gli altri potenziali "contagiati", e proseguivano i preparativi per la festa. 
Inutile dire che nella effe, a dispetto del piglio deciso e dell'organizzazione serrata, c'era un uragano di sentimenti, una crescente disperazione e una voglia di mollare tutto e scappare. 
L'aspetto più delicato? La Nina, la sua crisi da taglio di capelli ("L'unica cosa bella che ho, mamma" "Allora così potrai vedere e apprezzare tutte le altre cose belle!"), la delusione e il dispiacere per il rischio di non partire con gli scout.
Ma la effe è andata avanti nella battaglia, ha bonificato, ha consolato ed è stata consolata, ha preparato, ha accolto gli ospiti, ha ricevuto complimenti per la forma e il vestito, ha continuato a fare bucati, ha regalato ai convenuti un argomento di conversazione per la serata, non ha mangiato, ha portato una torta decente che è stata molto apprezzata, ha risistemato e, alla fine di tutto, in solitudine, ha pianto, anche un bel po'.

Dopo i primi tre giorni da incubo, giovedì e venerdì sono andati un po' meglio ma sempre nell'occhio del pidocchio, perché le decontaminazioni, si sa, sono lunghe e perigliose.
E così, la grande madre scimmia ha passato al vaglio numerose teste compresa la sua, con attenzione e determinazione. 
La Nina, che intanto ha cominciato a piacersi anche col taglio corto e asimmetrico, è stata accompagnata al campo scout e accolta con amore e calore, quello che ci vuole per risanare le ferite. 
La pace sembra scesa su la effe e sulla sua casa, il ritmo è rallentato, il sole splende e la lavatrice continua a girare.

6 commenti:

  1. Ma alla fine era un pidocchietto? Di' alla Nina che i tagli corti asimmetrici quest'anno sono un must have <3

    RispondiElimina
  2. Che orribile ricordo quello dei pidocchi! Nonnamanager mica ce li tagliava i capelli...sadica e determinata come nessuno al mondo, ci strappava pidocchi, capelli e cuoio capelluto! Ma non erano stati debellati per sempre dalla faccia della terra?!
    Ad ogni modo, complimenti per aver superato tutto così brillantemente! A me solo il pensiero che un giorno avrò a che fare con i pidocchi della bambolotta mi sta facendo stare male, ma proprio male!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' stata la nostra prima esperienza con i pidocchi ma non penso che sarà l'ultima...
      Comunque con i bimbi ce ne è sempre una. Con Nino ho fatto l'abbonamento al pronto soccorso, abbiamo avuto un'altra seccatura contagiosa lo scorso autunno con tutti e due, senza contare la normale amministarzione: tonsilliti, otiti, tossi immonde in tutte le stagioni.

      Elimina
  3. Beh se sei sopravvissuta a tutto questo, complimenti, sei super! Anzi, sei di più:sei una mamma!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie del complimento e della lettura! Confesso che oggi pomeriggio l'ho trascorso spalmata sul divano. :)

      Elimina

lascia qui la tua traccia...