martedì 24 giugno 2014

La guerra del vasino

Se c'è una cosa che vivo davvero come una forzatura, una montagna invalicabile, è il ruolo che un genitore ha nel percorso di emancipazione dei propri figli dall'uso del pannolino. 
Grande invenzione, poco ecologico ma formidabile, il pannolino garantisce ai piccoli e agli adulti un'ampia libertà di movimento, finché non diventa un accessorio fuori luogo per un bambino che deve, come è normale, appropriarsi della capacità, una vera conquista, di riconoscere, controllare e gestire gli stimoli che provengono dal suo organismo. Come riconosce la fame e la sete e sa chiedere per soddisfare il suo bisogno, così impara a riconoscere lo stimolo della pipì e della cacca e acquista la capacità di comunicarlo e di farle negli appositi contenitori o almeno in un luogo, se non idoneo, almeno passabile.

Questo sulla carta ma i passaggi per arrivare al magnifico obiettivo non sono sempre lineari né immediati e richiedono uno sforzo non indifferente dei genitori e, in generale, di tutti gli adulti che si occupano dell'infante spisciazzoso e scacazzoso. 
Quelli che dicono "Io ci ho messo tre giorni" li detesto, forse mentono per non fare brutta figura o sono stati baciati dalla dea del vasino. In ogni modo lo dicono con aria trionfante come se fosse tutto merito loro, ancora più insopportabile.
Con la Nina l'ho tirata per le lunghe fino a che non è arrivata l'estate dei tre anni e sono stata costretta, volente o nolente, alla vigilia di un viaggio itinerante e avventuroso, a toglierle il pannolino e partire, con vasino al seguito. All'inizio è stato un vero disastro, pipì sul ponte del traghetto, nella piazza del villaggio, cacca a mare ma poi siamo riuscite a venirne a capo e la piccola si è appropriata del controllo sugli sfinteri (per dirla in gergo tecnico).
Ora tocca a Nino liberarsi del pannolino, magari prima di partire per il viaggio avventuroso che ci aspetta quest'estate.
Per me è un'angoscia, è una cosa che mi mette ansia perché non posso averne il controllo, sono praticamente incapace di ricordarmi di portarlo a fare pipì a intervalli regolari, detesto insistere nel ricordargli di fare pipì, non riconosco il momento in cui sta per fare la cacca. Non riesco a vivere questo momento di passaggio in modo sereno e lieve, come forse dovrei. Insomma, mi sento un impiastro.
Comunque, la guerra del vasino è cominciata da quattro giorni, mi sono munita di molte mutande e molti calzoncini, e posso dire che facciamo progressi quotidiani. 
Spero proprio finisca al più presto...non potrò mai dire che ci ho messo tre giorni.

2 commenti:

  1. Le mamme che dicono di essere riuscite a levare il pannolino in tre giorni dovrebbero tacere per legge. Nella realtà non è così, ci vogliono settimane nel migliore dei casi. E comunque,quando finalmente enti la vittoria ad un passo, nel momento meno opportuno e quando meno te l'aspetti, il figliolo si scagazza addosso
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    1. E' proprio così! Oggi ben due volte!!! Orribile.
      Comunque si continua...
      Alla fine come è andata con la tua piccola? Ci siete riuscite?

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