domenica 4 maggio 2014

In viaggio con loro

Quando il Marito le ha proposto di fare un mini-trip familiare, la effe non ha che risposto di sì, con l'entusiasmo cieco di chi ha voglia di cambiare aria e vedere un orizzonte più ampio e lontano, con il desiderio di condividere nuove esperienze con i nini, con la sana voglia di avventura. 
Meta: Salento...lu sole...lu mare...lu jentu e poi...spiagge di sabbia lieve e dorata, dune, stagni e uccelli acquatici, garighe in fiore, praterie punteggiate da preziose orchidee, scogliere a picco sul mare e paesaggi di una bellezza rara a tratti ruvida. 
Non avevano fatto i conti le bizzarrìe del tempo e un sacco di altre cose.
La mattina della partenza non era pronto ancora nulla, neanche nella mente, le previsioni erano sconfortanti, con pioggia prevista per almeno metà del tempo, e una lieve ma inquietante ombra si era affacciata sulla spalla e sulla nuca della effe...emicrania!?!
Intanto il B&B per la sera era stato bloccato, le ferie prese e il desiderio e l'entusiasmo di tutti non si era minimamente affievolito. Si va!
Fatto alla meglio il bagaglio, preparati i panini, svariati generi di conforto e preso l'essenziale (tra cui una borsa piena di dinosauri gigantissimi), l'allegra famigliola è partita alla volta delle Maldive della Puglia.
Il primo giorno, fino al pomeriggio in cui è spuntato finalmente il sole, è stato tutto un entrare e uscire dalla macchina, un mettere e togliere la giacca a vento, con continue e rumorose proteste dei nini, roba da mal di mare! Almeno, i panini li hanno mangiati in riva al mare, sugli scogli, prima dell'ennesimo acquazzone, almeno hanno scorrazzato in libertà per un po'.
Intanto, in viaggio con loro c'era il quinto incomodo, il mal di testa della effe, da tenere a bada per non farlo diventare cattivo e vomitoso, che le conferiva un aspetto smorto, l'occhio da pesce lesso e un colorito verdastro, una gran compagnia, non c'è che dire!
Il Marito ogni tanto tuonava "Adesso torniamo a casa, se stai così torniamo a casa", ma la effe non aveva nessuna intenzione di invertire la rotta, far spegnere il sorriso negli occhi dei nini e la speranza di poter stare meglio e godersi anche lei la meritata vacanzina.
Comunque, hanno camminato e girato senza posa tutto il giorno e a sera erano abbastanza sfatti. Per cena, sono andati in un bel ristorante, dall'atmosfera avvolgente e rilassata, in cui si potevano mangiare prelibatezze locali, servite con grande gentilezza, hanno scelto i piatti più invitanti, si sono predisposti a gustarli con la voglia di sentirsi satolli e soddisfatti. 
Peccato che al Nino sia partito il vir-vir e che, dopo aver mangiato la sua pappa-a-sciugo, abbia cominciato a far monellerie di ogni genere, dal rubare la carne dal piatto della Nina al far cadere a terra posate, tovaglioli & Co., dal versare l'acqua sulla effe al lanciare un pezzo di pane su una bella signora, fino a urlare sdraiato sotto il tavolo, terrorizzando due pacifici e grassi bassotti. Al che la effe, con gli ultimi brandelli di pazienza, mentre il Marito pagava e fumava e la sorella moriva dall'imbarazzo, ha preso di peso il Nino urlante, ormai stremato, ha salutato con seraficità e ha abbandonato il ristorante.
Il secondo giorno, il sole splendeva sul risveglio dell'allegra famigliola. Che si fa? Dopo la giornata precedente, la nottata un po' tormentata della effe (tra il crescente mal di testa, che l'ha lasciata giusto un attimo dopo averle impedito di fare colazione, e una crisi di pianto inconsolabile, nel sonno, di Nino), il bisogno di fare qualcosa di rilassante, per i genitori, e altrettanto divertente e liberatorio, per i figli, era tangibile...allora...si va al mare! 
Né costumi né ciabatte né tanto meno teli mare erano stati portati, dato le previsioni terribili. Comunque, l'intenzione era quella di tenere bassi i conflitti e di non opprimere i pargoli, per evitare un eccesso di stress collettivo. E quindi, centimetro dopo centimetro, strato dopo strato, è andata a finire che i nini si sono fatti il bagno, nudi e felici come non mai, in un'acqua vagamente gelida ma colorata di verde e turchese, che sono stati asciugati col sole e coi vestiti e cambiati alla meglio. E' andata a finire che i genitori sono stati a scaldarsi al sole e con i piedi a mollo, in silenzio, a fare foto, a guardare l'orizzonte e i bimbi sguazzare, a raccogliere pezzi di mare e ricordi da portare con sé, e che tutti ne sono usciti più sereni e rilassati, pronti a continuare il viaggio.  
Hanno incontrato un altro mare, altra pioggia, hanno sonnecchiato, hanno incontrato strani animaletti, piante, fiori, profumi e panorami, si sono riempiti gli occhi e il cuore di immagini belle, hanno collezionato emozioni per sé e racconti per gli altri, hanno incontrato un incidente, hanno visto la vita e la morte e quel confine sottile che li divide, hanno toccato il dolore, hanno fatto quello che potevano per essere d'aiuto, hanno ripreso la strada, hanno continuato il viaggio.

In viaggio con loro e dentro se stessa, così la effe vive ogni giorno, quelli belli e quelli meno, quelli piatti e quelli sulle montagne russe. A volte ascolta, osserva, cerca di cogliere le sfumature, asseconda, capisce, si inserisce a proposito, a volte non vede, non capisce, pesta, invade, grida e prende gli eventi per il verso sbagliato, altre ancora non viene vista, ascoltata, capìta e viene invasa, pestata, schiacciata. La effe vive così.


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