venerdì 25 aprile 2014

La felicità

E' qualcosa che tutti cercano, fin da bambini. E' un obiettivo da raggiungere ma non sempre si sa bene cosa si voglia, cosa ci renda davvero felici. 
Da piccoli a volte basta poco, un desiderio esaudito, un regalo, stare con mamma e papà, sentirsi amati, ma anche una corsa in un prato, la libertà di stare all'aria aperta, giocare con la terra, fare castelli di sabbia in riva al mare, cantare in macchina, stare con gli amici. 
Man mano che si cresce si alza il tiro e può diventare complicato capire cosa ci possa dare la felicità, si perdono di vista i reali bisogni, quello che desideriamo davvero e ci si lascia trascinare in un turbine di compulsiva e spasmodica ricerca di non-si-sa-bene-cosa, la felicità. 
C'è chi riesce a trovarla, chi si convince di averla trovata, chi non la raggiunge mai. 
E poi c'è chi la incontra in un momento della vita, un po' per caso, la assapora, la vive con intensità e capisce che la felicità è un'illusione, è un bene raro e spesso troppo costoso, che per averla si deve talvolta sacrificare quella di qualcun'altro e quindi lascia stare, accontentandosi di attimi, sparsi qua e là. 
C'è anche chi riesce a capire che forse non è la felicità, con i suoi inevitabili sbalzi e sobbalzi, a dover essere cercata ma piuttosto una condizione che ci permetta di mantenere, in modo costante e duraturo, uno stato d'animo sereno, aperto e positivo, per affontare al meglio gli eventi della vita.

"Contento, non necessariamente felice. La contentezza è uno stato della vita che ci può proteggere" (Sergio Castellitto, 2008).

La effe riparte da qui, almeno ci prova, o meglio ci ri-prova. 
La effe, eterna scontenta, insoddisfatta per natura, infelice per vocazione, cerca ogni giorno di percorrere una nuova strada per trovare la serenità e la soddisfazione in quello che è, nella vita che vive, nelle scelte che fa. 
La effe ci deve lavorare ancora molto.

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