martedì 29 aprile 2014

Domani comincio a fare fitness

Nella lista della effe, quella delle attività da fare per prendersi cura di sé e stare bene, non ci sono soltanto cosette banali come la detersione quotidiana del viso, la maschera idratante del sabato (Aiutooo! Il moootrooo!), la crema rimodellante mattutina (un giorno sì e due no), l'olio rassodante per collo e décollté, lo scrub corpo settimanale, il trucco per uniformare l'incarnato e nascondere i brufoli (quando non si è in ritardissimo), ma ci sarebbe anche l'obiettivo di fare un po' di attività fisica, di tipologia e intensità non ben identificate.
Iscriversi in palestra o a un qualsiasi corso è impossibile, dato il già affollato carnet settimanale e l'imprevedibilità degli eventi.

sabato 26 aprile 2014

Piccola vita

Insignificanti dettagli che un giorno appaiono in tutta la loro importanza. Come dita piccole e leggere, scrivono l'esistenza, le danno consistenza e colore, compaiono ai tuoi occhi come fitte di luce, all'improvviso. Segnano il tempo, scandiscono il cambiamento, illuminano il tuo esistere. Quanta "piccola vita" ci riporta al passato, ci lega al presente, ci guida nell'agire.

venerdì 25 aprile 2014

La felicità

E' qualcosa che tutti cercano, fin da bambini. E' un obiettivo da raggiungere ma non sempre si sa bene cosa si voglia, cosa ci renda davvero felici. 
Da piccoli a volte basta poco, un desiderio esaudito, un regalo, stare con mamma e papà, sentirsi amati, ma anche una corsa in un prato, la libertà di stare all'aria aperta, giocare con la terra, fare castelli di sabbia in riva al mare, cantare in macchina, stare con gli amici. 
Man mano che si cresce si alza il tiro e può diventare complicato capire cosa ci possa dare la felicità, si perdono di vista i reali bisogni, quello che desideriamo davvero e ci si lascia trascinare in un turbine di compulsiva e spasmodica ricerca di non-si-sa-bene-cosa, la felicità. 
C'è chi riesce a trovarla, chi si convince di averla trovata, chi non la raggiunge mai. 
E poi c'è chi la incontra in un momento della vita, un po' per caso, la assapora, la vive con intensità e capisce che la felicità è un'illusione, è un bene raro e spesso troppo costoso, che per averla si deve talvolta sacrificare quella di qualcun'altro e quindi lascia stare, accontentandosi di attimi, sparsi qua e là. 
C'è anche chi riesce a capire che forse non è la felicità, con i suoi inevitabili sbalzi e sobbalzi, a dover essere cercata ma piuttosto una condizione che ci permetta di mantenere, in modo costante e duraturo, uno stato d'animo sereno, aperto e positivo, per affontare al meglio gli eventi della vita.

"Contento, non necessariamente felice. La contentezza è uno stato della vita che ci può proteggere" (Sergio Castellitto, 2008).

La effe riparte da qui, almeno ci prova, o meglio ci ri-prova. 
La effe, eterna scontenta, insoddisfatta per natura, infelice per vocazione, cerca ogni giorno di percorrere una nuova strada per trovare la serenità e la soddisfazione in quello che è, nella vita che vive, nelle scelte che fa. 
La effe ci deve lavorare ancora molto.

domenica 20 aprile 2014

Ciuccio e coniglio

La effe aveva un problema: far separare il nino dal ciuccio. Ogni sera, al richiamo di "Ciuccio e coniglio", cominciavano le procedure per la nanna, negli ultimi tempi sempre più faticose, che terminavano in genere con la effe arrotolata "a scoiattolo" nel lettino e il nino in giro a spargere terrore per la casa. Efficace, no? La preoccupazione era quella di peggiorare le cose eliminando l'effetto sedativo del ciuccio, anche se era diventato più che altro come quei giochi che si danno ai cani da mordere...
Comunque, le mamme hanno l'abilità di farsi mille problemi e paranoie, rendendo tutto più complicato di quello che in realtà non sia. E così la effe, cercando il modo meno traumatico per la separazione (quasi lo dovesse lasciare lei il ciuccio), ha rimandato e rimandato fino a che il cucciolo non ha assunto l'aspetto del teppistello con ciuccio/sigaretta. Oltre che a tre anni il ciuccio è proprio ridicolo, c'è anche da dire che fa male ai denti e alla conformazione del palato, ma il trauma? come si fa col trauma da separazione? E se poi la notte diventa un calvario perché manca il ciuccio, come si fa a tornare indietro? Non è peggio?
La effe cose come queste non le sa fare proprio, non sa trovare il modo, le fa e basta, generalmente spinta da un impulso e senza mezzi termini. Una sera, dopo l'ennesima bagarre pre-nanna, il ciuccio ha fatto un volo, è sparito. Non è stato cercato, non è servito per addormentarsi ed è sparito per sempre. Il mattino dopo, alla richiesta "Mamma, dove sarà il ciuccio?", è seguita una convincentissima storia di folletti, alberi dei ciucci e fantasticherie varie. Così, al momento giusto, questo passo così complicato è stato fatto, e ora siamo pronti per nuove avventure. 
Resta ancora il coniglio...

giovedì 17 aprile 2014

Fiore d'acciao

Tanta vita, tante battaglie. Oggi ne è cominciata una nuova, difficile, che ti metterà a dura prova. Combatterai e vincerai la tua battaglia, sei forte anche se non lo sai. Saranno con te tutti quelli che ti vogliono bene, quelli che ti fanno ridere, quelli che ti comprendono e quelli che ti fanno incazzare. Faranno tutti il tifo per te. Coraggio... fiore d'acciaio.

domenica 13 aprile 2014

Quando avranno l'orecchino al naso

Quando si riesce a uscire una sera senza bambini e a mimetizzarsi nella massa ciarliera del sabato, cercando di sentirsi parte di un'altra dimensione, capita di mettersi a osservare i gruppi di ragazzotti e adolescenti riuniti davanti ai locali. La moda del momento è varia, a tratti agghiacciante: shorts e trampoli oppure miniabiti a fiorellini con, indifferentemente, ballerine, anfibi o scarpe da tennis, per lei, pantaloni a sigaretta, con risvolto o cavallo basso o entrambi, per lui. Spopolano il ciuffo alla Little Tony, i piercing e lo stile finto trasandato.
Il pensiero corre di sfuggita a quando c'eri tu al freddo, magari con una minigonna improbabile, ad aspettare che il tavolo si liberasse o sbaciucchiarti col fidanzatino, incurante del resto attorno.
Poi pensi che tra qualche anno ci troverai tua figlia, avvinghiata a un tipo brufoloso a metà tra Totò Principe di Capri ed er Monnezza, e ti viene un colpo. Non sono pronta, lo ammetto. Il solo pensarci mi mette i brividi. 
"Mamma, quando sarò grande, mi farò un tatuaggio, ma non con gli aghi, non quelllo che resta per sempre." E chi ci crede.
"Mamma, mi farò i buchi."  Dove?
E mi immagino di vederla tornare, da una vacanza studio in Inghilterra, con l'anello al naso, che si usa sempre, e una sirena tatuata su mezzo corpo. 
Poi mi tranquillizzo, penso che ci vuole ancora un po' di tempo e spero che le cose vadano meglio di come me le sono immaginate. Piercing all'ombelico e piccola farfalla dietro la nuca?

venerdì 11 aprile 2014

La regina del selfie

No, non Belén. Bella, bellissima e un tantino "narcisa", sempre lì a immortalare il momento. 
Non Elisabetta, che ci mostra tutti i suoi bikini e ci fa morire d'invidia perché va in spiagge meravigliose a sfoggiarli. 
Non la vostra collega o la vostra vicina di casa (le mie non lo fanno per certo!), sempre lì a specchiarsi negli occhi dello smartphone, forse per avere conferma della propria bellezza, forse per avere la certezza di esistere. 
Non i milioni di patiti del selfie (che pare aumenti la trasmissione dei pidocchi se fatto in gruppo, con le teste che si toccano).
Penso a mia zia, zia Mame, che faceva selfie prima che fosse inventato, quando l'unico strumento era la macchina fotografica reflex non digitale, con i rullini di pellicola da tenere in frigo, magari in bianco e nero, quando i pixel non esistevano, quando scattare una foto non era un gesto così scontato e immediato, quando per vedere come fosse venuta bisognava portare il rullino a sviluppare.
Zia Mame, donna fuori dal comune e amante della fotografia, ogni tanto si scattava una foto allo specchio, magari col flash. Erano delle foto artistiche oppure dei semplici scatti, rapidi e di solito sfocati, e lei era una sagoma dietro il bagliore. A volte nello specchio erano riflesse altre persone altre c'erano soltanto lei, la stanza e la macchina fotografica. Da bambina ero rapita da questa sua curiosa attività e quando mi capita di ritrovare quelle foto provo un certo stupore al pensiero che ora sia, invece, tanto diffusa e "naturale". 

lunedì 7 aprile 2014

3

Una torta con tre candeline, tanti palloncini, i miei amici, dinosauri grossi, enormissimi. 

Hai le idee chiare, tu, che sei nato in una calda mattina di aprile, che sei arrivato con un'onda calda e faticosa, che ti sei aggrappato a me con fiducia mentre io mi aggrappavo a te con speranza.
Hai cominciato l'avventura della vita, abbiamo trovato insieme il ritmo, mi hai seguita in tante avventure, ti sono stata accanto quando ne hai avuto bisogno, ti sono vicina ora che non riesci a prender sonno tanto sei eccitato per la tua festa, per i regali, per i dinosauri gigantissimi, per la torta con le fragole, per i palloncini colorati e per le tre candeline da spegnere, accendere e rispegnere.
Ti terrò la mano mentre andrai verso il futuro, con i ricci spavaldi e gli occhi vispi, con l'energia inesauribile di un gayser, con la sensibilità acuta e la lingua sciolta.
Accompagnerò la tua curiosità mentre guarderai lontano, mi prenderò cura della tua allegria, accoglierò le tue paure e accarezzerò la tua tenerezza, ascolterò il tuo respiro.
Auguri!

domenica 6 aprile 2014

Meno male che c'è lei

La Ma è una donna dalla tempra forte e risoluta, una tipa tosta ed energica, una sorta di supereroina che c'è sempre nel momento del bisogno e anche no. Sa fare tante cose, anche contemporaneamente, ed è sempre pronta a sostenere chi se la passa male. Si smaterilizza dall'altro capo del telefono e della città e compare a casa tua, con la spesa fatta e ogni genere di conforto, per metterti la mano sulla fronte, farti un the, dirti due parole e farti rinascere dopo l'emicrania che ti ha tenuta a letto per due giorni. La Ma tiene con sé i nini, fa studiare una e giocare l'altro, mentre lei a sua volta studia, perché è una che vuole capire le cose. Lei c'è per farti rincorrere i tuoi sogni ma ti guarda in faccia e ti dice quello che non vorresti sentire perché, in fondo in fondo, è la verità. Fa poche domande ma osserva e ti legge dentro, ti lascia andare per la tua strada anche se sa dove non ti porterà. La Ma, coi suoi modi un po' ruvidi, è una donna sensibile e un po' fragile, con tanto dolore nascosto in fondo al cuore.

martedì 1 aprile 2014

Ci risiamo

E' ritornata l'angoscia, si è riaffacciata la tristezza, mi mangia di nuovo quell'ingordo senso di fallimento e io desidero soltanto scappare. Mi ritrovo a fare uno dei tanti bilanci sulla mia vita e quello che emerge, dal profondo, è che mi ritrovo al punto di partenza. Ho camminato tanto in 10 anni, ho superato molte prove, ho raggiunto qualche traguardo ma sono sempre nello stesso posto. Sono cresciuta ma non abbastanza per andare avanti. Ho acquisito esperienza ma non ho ancora spiccato il volo. A questo punto sono a un bivio: lasciar perdere e cambiare strada oppure perseverare, lottare e provarci ancora?
Mentre mi arrovello, la vita scorre e io cerco di tenere tutti i pezzi insieme per non perdere il filo, rompere tutto e poi pentirmene. Guardo in faccia la situazione e mi dico che forse sono troppo pavida per cambiare le sorti del mio futuro, per fare concretamente qualcosa, che non sono capace di uscire da questo pantano che a tratti si trasforma in sabbie mobili.
Mi guardo e non mi capisco, non mi guardo più e vado avanti.